Vinarius s’impara | La Nosiola
Nosiola: un antico vitigno che ricorda le nocciole. Una valle di specchi d’acqua. Una brezza che soffia tra le viti. Siamo tornati in Trentino dopo pochi mesi ma in una terra così ricca di diversità: di vitigni autoctoni, di paesaggi, di prodotti, non finiamo mai di imparare.
Il primo approfondimento dello Stage Vinarius che si è appena concluso tra le valli Trentine è stato sulla Nosiola, vitigno autoctono a bacca bianca che dà origine sia all’omonimo bianco DOC che al Vino Santo Trentino, detto “il passito dei passiti”.
Conoscete la Nosiola?
La Nosiola è la più antica varietà bianca autoctona del Trentino. Ha profumi intensi e caratteristici, fruttati e gentili, e trova l’habitat ideale nella Valle dei Laghi, a nord del Garda. In questo territorio, bagnato dal fiume Sarca e asciugato dall’Ora, la brezza che soffia dal Garda, segna ufficialmente il passaggio tra il clima mediterraneo e quello alpino. Qui il vento riesce a far maturare le uve esaltandone le intrinseche potenzialità. Il paesaggio è un susseguirsi di incantevoli specchi d’acqua, ben 9 in soli 20 km, che contribuiscono a ricreare uno scenario dal sapore magico, arricchito dalla presenza di numerosi castelli che, uno dopo l’altro, disegnano un romantico quadro dai sapori antichi che richiama avventure di dame e cavalieri.
Si dice che il nome di questa eccellenza derivi dal termine “nosiol“, espressione dialettale che significa nocciola, per richiamare il colore degli acini maturi, e nella versione tradizionale è proprio il sentore – e la sapidità – della nocciola selvatica che emerge all’assaggio. Si tratta di un vero prodotto di nicchia: circa 6 mila quintali di raccolto medio annuo.
Per saperne di più sulla Nosiola e gli altri vitigni autoctoni del Trentino
Questa è solo una breve introduzione su quanto i nostri enotecari potranno approfondire in questa trasferta formativa.
Per saperne di più:
Ringraziamo per l’ospitalità e l’organizzazione il Consorzio Tutela Vini del Trentino, l’Istituto Tutela Grappa del Trentino e Visit Trentino
photo credits: Consorzio Vini del Trentino, ph. Romano Magrone